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Gilberto Toneguzzi
architetto
Potrei suddividere la mia attività di libero in due ambiti: privato ed aziendale.
Per il primo, prediligo le ristrutturazioni, le trasformazioni, il riuso e/o adattamenti.
Il lavoro più complesso, il quesito più difficile, spesso è il più stimolante. Trovare risposte a quesiti per l'architettura interna o esterna, rendere vivibili spazi impensabili è la mia sfida quotidiana.
Valorizzare le caratteristiche di un luogo tenendo sempre d'occhio il binomio costi-benefici.
Cercare di partire dalle cose esistenti, valorizzare ciò che si ha, le peculiarità e preesistenze.
Cercare di lavorare con coscienza: oggi ancor più di ieri, necessario.
Dare risposte concrete che possano risolvere quesiti che potrebbero presentarsi in un futuro prossimo: per quanto possibile anticipare per prevedere le problematiche.
L'ascolto ed il dialogo con i clienti, divengono gli ingredienti necessari per conseguire un ottimo risultato.
Il miglior progetto nasce da una stretta collaborazione; un dialogo tra progettista e committente basato sula fiducia reciproca.

In ambito aziendale invece, spesso vengo interpellato per svolgere mansioni diverse: dalla progettazione di elementi di design, all'allestimento di spazi espositivi quai showroom, fiere aziendali, interventi di progettazione delle reception, degli uffici e dei luoghi di lavoro.
Fondamentale diviene l'incontro e l'ascolto con i diretti interessati per meglio capire le dinamiche aziendali.
Come per i privati, conoscere l'azienda significa poter offrire una risposta sartoriale come progetto.

Perchè scegliere di affidarsi un'architetto?

A chi mi rivolge questa domanda, spesso rispondo con un'altra: se ho problemi al cuore, chiedo di farmi visitare dal medico di base o da un cardiologo?
Sono convinto che la professione dell'architetto sia una delle più belle, interessanti ma, proprio perchè deve abbracciare parecchie discipline, molto complessa.
Credo fortemente sulla specializzazione, soprattutto in una società dove tutti affermano di saper far tutto.
Cerco di svolgere la mia attività al meglio, la passione mi è guida, la curiosità è la mia forza, la voglia di migliorarmi è il mio impegno.

Il disegno a mano libera: una dote per un linguaggio universale

In molte occasioni mi capita di dialogare professionalmente con persone di lingua diversa dalla mia.
La matita, la penna che attraverso la mia mano lascia una traccia, diviene l'elemento traduttore, diviene parola, concetto figurato. Il mio vocabolario. Attraverso uno schizzo racconto, descrivo, evidenzio, impartisco senza fraintendimenti in qualsiasi parte del mondo, a qualsiasi persona capace di osservare e condividere.
Questa è una mia peculiarità.

In un mondo dominato da immagini virtuali ed elaborazioni a computer sono convinto che la manualità e la capacità di trasferire un'idea attraverso uno schizzo sia fondamentale per comunicare il proprio pensiero.
Il modo più naturale per relazionarmi con chi mi sta di fronte.

Il mio stile in architettura

Spesso, potenziali clienti, mi rivolgono svariate domande, tra cui: ti piacciono più le case moderne o antiche? prediligi spazi moderni o antichi?
Ho sempre creduto che dietro a queste domande ci sia la curiosità di capire semplicemente se l'architetto ha un approccio di tipo classico o moderno.
Non è importante lo stile ma, creare degli spazi che siano fatti "a misura di", "appositamente per" poi, il gusto e lo stile dovrà definirlo chi ci vive quotidianamente.
Penso piuttosto, sia importante capire se l'architetto in questione, sia in grado di rispondere alle aspettative richieste.
Credo che l'architetto debba essere una figura "apartitica", il suo ruolo è tradurre le esigenze della committenza.
Nel rispetto delle normative dovrà essere in grado di concretizzare il desiderio espresso da chi ha di fronte, attraverso l'esperienza e la cultura estetica acquisita negli anni.

Il compenso dell'architetto

Spesso, le persone si precludono possibili opportunità di confronto con un professionista, per svariati motivi.
Tra questi vi sono: il timore di sorprese economiche, esperienze infelici passate, pigrizia mentale, paura di cambiare professionisti con rapporti consolidati, ecc.

Io credo che sia sempre necessario chiedere un consiglio, avere uno scambio di opinioni, non sarà mai quantificato economicamente. Sta poi al professionista, elaborare un'offerta economica se dovesse rendersi necessaria una prosecuzione dei lavori.
A seguito di ciò, ritengo fondamentale, prassi per me consolidata, stilare assieme al committente il documento di incarico.
Con tale scritto, previa accettazione dell'offerta, si darà ufficialità all'incarico definendo ruoli, valori economici, responsabilità, ambiti di competenza, tempistiche.
Sono altresì consapevole, che tale foglio, seppur di valore legale, costituisce per me un'importante premessa per iniziare un rapporto professionale.
Esso non può sostituire il rapporto di fiducia e rispetto che devono legare i vari attori di un qualsiasi progetto.
Per il professionista, come per tutti gli artigiani o imprese, deve rimanere come unico obiettivo la soddisfazione del cliente. Tale obiettivo però, non può omettere o coprire la professionalità e la trasparenza del proprio operato.
Concludendo, il valore attribuito alla prestazione sarà equo solo se il professionista mantiene fede alle risoluzioni delle aspettative del cliente.